Alatri non è il Bronx

di Biagio Cacciola

E’ tragicomica l’accusa che buona parte dei media italiani rivolge ai cittadini di Alatri, quasi fosse una città mafiosa. Vorrei proprio vedere se in ogni altra città d’Italia i coraggiosi venissero fuori dopo che da anni bulli di piazza sfregiano ragazzini con bicchieri rotti, minacciano ragazze con la pistola, spacciano, addirittura con i familiari, cocaina, crack e hashish, continuando a essere liberi di girare per la città. Certo se Alatri fosse stata una città veramente mafiosa, probabilmente, quei bulli già sarebbero spariti dalla circolazione, in un modo o nell’altro. Ma Alatri storicamente, comprese tutte le sue frazioni, è una città diversa. Con la maggior parte dei suoi cittadini che ha sempre manifestato interesse per tutto ciò che è bello, storico, culturale e religioso. Non vogliamo qui citare una sfilza di nomi ma come non ricordare uno per tutti lo studioso don Giuseppe Capone con i suoi contributi unici alla storia patria? Alatri è altra cosa, non una gang di spacciatori e tossici che da tempo, se l’Italia fosse un paese serio, sarebbe in carcere e non a bullizzare ragazze e adolescenti. Per questo il sacrificio di Emanuele non sarà vano. L’Alatri di domani permetterà ai suoi abitanti di riacquistare fiducia, eliminando le mele marce di un albero che continua a dare frutti copiosi.