Africano si sdraia in mezzo alla strada per chiedere l’elemosima, rischia la vita ogni giorno

Sfida la morte sull’asfalto per chiedere quattro spiccioli di elemosina o anche solo una sigaretta. Succede in Maremma, ogni giorno o quasi, con un giovane di colore, africano di origine, che si sdraia in mezzo alla strada, costringendo gli automobilisti a brusche frenate per non investirlo. Poi, quando loro scendono di macchina insultandolo, lui candido dice che non mangia da due giorni e domanda un po’ di soldi per comprarsi un panino. Se glieli danno (a volte basta una sigaretta) sparisce per poi ricomparire la mattina dopo. Al bivio di Montorgiali, sulla provinciale che conduce a Scansano, comune dell’entroterra grossetano, è ormai un caso, con torme di guidatori inferociti e il sindaco del paese, Maria Bice Ginesi che non sa più a chi rivolgersi per frenare questo ragazzone dietro il quale c’è una storia paradossale. Il giovane di colore, con pantaloni da mimetica e un giaccone indosso, è un ospite del centro di accoglienza che si trova proprio a due passi dal bivio, quindi con vitto e alloggio garantiti, almeno finché continua la trafila della domanda di ingresso in Italia. Uno dei tanti ragazzi migranti giunti nel nostro paese sui barconi, che adesso aspetta il completamento delle procedure burocratiche per decidere se rimanere qui, trasferirsi in un altro paese europeo o andare a ingrossare le file dei sans papier. Intanto, però, ne approfitta per chiedere l’elemosina come se fosse una roulette russa. Comincia tutto un paio di mesi fa, alla fine del 2023, quando arrivano le prime segnalazioni degli automobilisti fuori di sé dalla rabbia. L’improvvisato mendicante ha infatti l’abitudine di sdraiarsi lungo un rettilineo che segue una curva. Chi guida, insomma, se lo trova davanti all’improvviso, appena in tempo per una frenata brusca. E lui, con un coraggio che sfiora la temerarietà, non si sposta fino a quando quelli al volante non scendono, come quegli adolescenti incoscienti che si piazzano in mezzo ai binari per scappare dal treno all’ultimo momento, in un gioco di ruolo che è una sfida alla sorte. In breve la storia arriva fino all’ufficio del sindaco Ginesi, che le tenta di tutte pur di fermare l’andazzo. La prima cittadina, dunque, si rivolge ai servizi sociali, al centro accoglienza gestito da una cooperativa, all’unità di psichiatria della Usl (c’è il dubbio che il ragazzo abbia qualche problema di salute mentale), alla prefettura, ai carabinieri. Niente da fare, tutti per una ragione o per l’altra, prendono misure che si rivelano inefficaci a risolvere la situazione. Intanto, dai cittadini, parte una petizione alla magistratura per capire se c’è almeno un Pm o un giudice che può intervenire, anche se finora il giovane non ha mai interrotto le sue apparizioni sulla strada.  L’appello continua a circolare per i negozi di Scansano, mentre la sindaca spiega che «non è un’iniziativa del Comune, questa amministrazione non sa neppure da chi è stata proposta, ma è il sintomo di un disagio diffuso nella cittadinanza, che condividiamo, mantenendo il nostro impegno verso le autorità e gli enti preposti, per una celere soluzione». corriere.it