“Vattene sei una terrona di merda”, studentessa in affitto cacciata a Venezia

Una studentessa si riprende mentre scende le scale del condominio e discute con la signora che le ha affittato l’appartamento. Potrebbe sembrare un alterco, una «normale» litigata fra proprietari di casa e inquilini, fino alla frase che fa saltare il tappo e scatenare l’indignazione del web: «Sei una terrona di m…». Siamo a Venezia, città ad alta presenza di studenti fuori sede con ben quattro atenei a disposizione fra cui scegliere: le università Ca’ Foscari e Iuav, il conservatorio Benedetto Marcello, l’Accademia di Belle Arti. Non si conosce l’identità della ragazza (non si filma in faccia), né si capisce quale sia la sua regione di provenienza ma tanto è bastato affinché il video facesse il giro dei social. Nel dettaglio si sentono le due discutere ma sono soprattutto le didascalie a dare il quadro della vicenda: la studentessa è stata «cacciata» dalla sera alla mattina, prima della scadenza naturale del contratto di locazione (ieri, 30 luglio) e senza avere il tempo di trovare un’altra sistemazione di fortuna. Alla richiesta di spiegazioni la proprietaria specifica di avere di fronte una ragazza «altezzosa, arrogante, una gran maleducata» per poi aggiungere «Dove pensi di arrivare nella vita?». Infine l’affondo sulle sue origini del Sud e un portone che sbatte. La studentessa affida ancora a Instagram il suo punto di vista: «Viaggio da sola da cinque anni e sono stata in più di 12 Paesi, ho convissuto con persone di ogni età e non mi è mai capitato che mi si mancasse così di rispetto. Studio e lavoro mantenendomi da sola. Questi – dice rivolgendosi alla signora – sono i veneziani». Un episodio che di certo non riassume la totalità dei rapporti (e dei contratti) tra locatori e affittuari ma che secondo Udu Venezia, l’Unione degli universitari, non è una novità: «In questo caso si è sfociati in un linguaggio molto aggressivo – dichiara la coordinatrice Angelica Morresi – ma diverse altre volte ci sono stati segnalati atteggiamenti da parte dei proprietari che, fra le righe, ti fanno capire che vorrebbero evitare di affittarti l’appartamento perché sei del Sud». Un caso limite insomma, ma la discriminazione in laguna sembra dura a morire. Apostrofare le persone solo perché sono nate altrove, continua l’Udu, è inaccettabile: «L’utilizzo di queste parole va condannato a prescindere – dice Morresi – anche se pronunciato in un momento di stizza. Poi emerge che la studentessa aveva regolarmente pagato l’affitto fino al 30 del mese e risolvere il contratto senza un minimo di preavviso non è legittimo». Dello stesso avviso anche Giuliano Marchi, presidente di Confedilizia Venezia, che però si spinge un po’ più in là: «L’offesa è un’offesa sempre però non conosciamo i dettagli, eviterei le tifoserie. Il tema reale è che dobbiamo trovare regole certe che tutelino l’una e l’altra parte». Di fatto va applicata la normativa nazionale in materia di locazioni (431/1998 e successivi aggiornamenti) e gli accordi territoriali fra associazioni dei proprietari di casa e degli inquilini per determinare, ad esempio, il canone massimo e minimo negli affitti e per offrire a entrambe le parti vantaggi fiscali. In altre parole rispettare le regole conviene, creando così «un deterrente a fatti incresciosi». Un esempio è dato dagli accordi, sottoscritti in pieno Covid, fra il Comune di Venezia e l’Università Ca’ Foscari da una parte, e Confedilizia dall’altra: «L’ateneo si è fatto “garante” dei suoi studenti fuori sede – prosegue Marchi – e si erano ipotizzate anche delle soluzioni assicurative agevolate che garantissero il proprietario in caso di danni all’immobile». corriere.it