Veroli, malati di tifo al vecchio ospedale

di Alfredo Gabriele

La sentenza è da ricordare agli amministratori pubblici di Veroli se devono valutare una soluzione offerta dalla Unità Sanitaria di Frosinone per l’edificio ospedaliero di Veroli. È successo già in passato. Negli anni della dominazione francese, nei primi anni dell’Ottocento, l’edificio appena finito apparve il migliore e proprio per questo motivo fu scelto e desinato al ricovero dei militari affetti da Tifo petecchiale. Il ricovero di questi malati a Veroli determinò l’insorgenza di un’epidemia di tifo nella città ernica con molti morti tra i civili.

Più recentemente, nel secondo dopoguerra, si verificarono in molte località della nostra Provincia focolai epidemici di Tifo addominale e, per isolare gli ammalati, l’Alto Commissario decise di ricoverare tutti i malati nell’Ospedale di Veroli realizzando all’interno una stazione di risanamento con autoclavi e disinfezioni etc. Fu allora che i liquami della fogna ospedaliera, a causa di perdite, si trasferirono nella condotta idrica parallela che dal serbatoio antistante l’Ospedale forniva acqua alla città. Si ebbe così un’epidemia di origine idrica, con inevitabili casi mortali.

Pochi anni dopo il Presidente Alberto Antignani meditava di adibire l’ospedale di Veroli a luogo di ricovero per i malati di Tubercolosi ossea (Forma di infezione Tbc chiusa e quindi non contagiosa). Non mancò l’immediata protesta degli avversari politici ed il prof. Antignani per tranquillizzare la popolazione chiese una consulenza al prof. Puntoni, titolare di Igiene all’Università di Roma.

La risposta del cattedratico lo tranquillizzò ma, forse per il timore di malcontenti popolari, l’idea fu abbandonata. E così l’Ospedale finì abbandonato a se stesso senza far male a nessuno… ma il pericolo di far male alla popolazione persiste, fino a quando il Comune non se ne riappropria in quanto trattasi di uno stabile non idoneo a finalità sanitarie.

Il passato non ha mai insegnato abbastanza ai Verolani?