Strage di Marzabotto, la più feroce delle rappresaglie

Dal 29 settembre ai primi di ottobre del 1944, a Marzabotto, le truppe naziste uccisero per rappresaglia 771 civili innocenti, dei quali 216 erano bambini. L’esercito alleato indugiava davanti alla Linea Gotica e il maresciallo Albert Kesserling, per proteggersi dai partigiani, ordinò di fare terra bruciata alle sue spalle. Kesserling fu il mandante di una strage che nessun’altra superò per dimensioni e per ferocia e che assunse simbolicamente il nome di Marzabotto anche se i paesi colpiti furono molti di più. L’esecutore si chiamava Walter Reder. Per tre giorni, a Marzabotto, Grizzana e Vado di Monzuno, Reder e i suoi soldati compirono la più atroce delle rappresaglie.