Retroscena-“Napolitano ha portato l’Italia in guerra”

«Era il 17 marzo 2011, eravamo all’Opera di Roma – ha affermato l’ex presidente del Senato, Renato Schifani – Muti dirigeva il Nabucco. Alla fine del primo atto, il presidente della Repubblica ci chiese di trasferirci in un salottino riservato; Napolitano, il sottoscritto, il premier Silvio Berlusconi, il ministro della Difesa Ignazio La Russa, il consigliere Bruno Archi, Gianni Letta e Paolo Bonaiuti. L’Onu aveva votato una risoluzione che istituiva la no fly zone sula Libia. Ma soprattutto Sarkozy ci aveva fatto sapere che l’indomani avrebbe annunciato al mondo l’intervento militare e l’invio dei Mirage su cielo di Tripoli. Napolitano disse testualmente: ‘L’Italia non può rimanere fuori’. Berlusconi soffriva, era visibilmente contrariato, stava quasi male. Si capiva benissimo che non condivideva per niente quella posizione. Napolitano che era anche il capo supremo delle Forze armate, con quell’intervento chiuse la discussione. Pollice verso, partita finita. Ha ragione sulla carta, la palla passò al Parlamento per i passi formali ma in realtà fu Napolitano a portarci in guerra – ha concluso Schifani – E il Cavaliere fu lasciato solo. Ma oggi possiamo dire che Berlusconi aveva ragione”.