Pieni poteri? Il declino del leader della Lega

di Thaira Mangiapelo

Sarebbe questo il titolo semmai dovessi scrivere una seconda sceneggiatura per un cortometraggio che fotografi la scena politica attuale italiana.
Il declino del leader della Lega, ma non solo. Una delle pagine più brutte della storia della politica italiana andata in scena martedì 20 agosto.
Una discesa che tutti hanno e stanno commentando senza risparmio di critiche nei confronti del leader padano per aver peccato di eccessivo protagonismo e per aver tenuto un ruolo da prima donna, piuttosto che da pater familias nei confronti del suo Paese.

Una discesa, più che di consensi, di valori che io stessa avevo previsto nello scorso gennaio quando, espulsa dal gruppo consiliare del Carroccio perché troppo polemica, decisi di uscire definitivamente e senza alcun rimpianto dal partito.
Mentre in molti criticavano duramente ed aspramente quella mia scelta  io rispondevo che, nonostante fosse il Carro dei vincitori con il vento in poppa al 35%, non mi ritrovavo in modello politico fatto di estremismo, protagonismo assoluto, ostentazione e censurante.

Il tempo però è galantuomo e mi ha dato ragione.
Dopo la crisi del governo pentaleghista che si è consumata martedì pomeriggio in Senato tanti, molti  sono stati quelli che si sono scagliati contro il Capitano per gli stessi motivi che hanno portato la sottoscritta a prendere le distanze dal partito della Lega. Eccesso di protagonismo.
Superbia. Esibizionismo. Assenza di dialogo e confronto. Come ha detto un uomo verso il quale va tutta la mia stima “Non abbiamo bisogno di persone con pieni poteri ma di persone con piene responsabilità”