Nuovo Dall’Ara, stadio all’inglese nel centro di Bologna

Ci sono voluti 4 anni, ma alla fine il progetto preliminare del nuovo stadio di Bologna è pronto. I tempi per l’avvio dei cantieri saranno contingentati dalla legge 147 sugli stadi – 90 giorni per la dichiarazione di pubblico interesse (da quando verrà presentato lo studio di fattibilità in Comune), 120 per il progetto definitivo e massimo altri 120 per chiudere il bando di gara. L’obiettivo del patron del BFC, l’imprenditore canadese Joey Saputo, «è arrivare all’inaugurazione prima che scadano i dieci anni della mia presidenza», deadline che si era dato, quando a fine 2014 prese le redini della squadra rossoblù.

A svelare i dettagli del nuovo Dall’Ara è un emozionato Gino Zavanella, l’architetto che ha firmato il progetto di restyling già passato al vaglio della Sovrintendenza una prima volta, ma in attesa ora del definitivo via libera del Mibact per le modifiche strutturali e antisismiche apportate nel frattempo. Tra cui l’attesissima copertura, leggermente arretrata rispetto al vecchio riparo murario, che tornerà alla quota originaria lasciando libero l’ultimo piano per la visione della città e realizzata con tre “unghie” di alluminio che si sovrappongono e nelle fasi notturne fanno uscire la luce dall’alto, con un effetto scenico di grande impatto.

L’intervento di ristrutturazione da 70 milioni di euro (30 finanziati dal Comune di Bologna, 40 da Saputo) da un lato resusciterà la struttura originaria del 1927, togliendo le aggiunte degli anni Novanta, dall’altro plasmerà uno stadio all’inglese multifunzionale, con minore capienza (da 31mila a 27mila posti, che potranno salire però a 29mila per eventi più affollati) ma sedute vicinissime al campo senza barriere di ferro (la tribuna Bernardini sarà a 7,5 metri dai calciatori e non più a 18, e ingloberà anche le panchine dei giocatori), i corner trasformati in balconate confortevoli con la possibilità di vedere la partita al chiuso, una trentina di box da 8 posti e un fortissimo potenziamento degli spazi di servizio: ci saranno 30mila metri quadrati sotto lo stadio, di cui 12mila a disposizione per altre attività, anche espositive e culturali (che si vorrebbe concentrare sotto la Torre Maratona, che invece non sarà toccata in questo restyling).

«Si arriverà a 0,72 mq per persona di servizi, ben oltre gli standard degli stadi 5 stelle europei che si ferma a 0,5 mq – precisa l’architetto -. Ci saranno anche una tribuna stampa da 108 posti, una sala conferenze da 90 posti e oltre 500 mq in ogni corner per eventi, sia durante le partite sia al di fuori. E tutti i settori avranno un accesso autonomo e saranno attrezzati per le persone diversamente abili. Grazie ai 28 accessi in caso di emergenza lo stadio si potrà svuotare in meno di 5 minuti, con non più di 100 metri da percorrere per arrivare in zona aperta». Sul lato di via Andrea Costa, dentro lo stadio, ci sarà il museo del Bologna Calcio e il negozio del club, mentre dal lato opposto l’antistadio rimarrà dell’attuale conformazione con pista di atletica, per fare dell’area nel quartiere Saragozza il polo dello sport bolognese. Arrivano per contro poche novità, durante la presentazione pubblica del nuovo Dall’Ara, sui parcheggi, a parte il raddoppio dei posti nell’adiacente bocciofila. Il sindaco Virginio Merola, alla domanda su come affronterà logistica e viabilità in uno stadio a pochi passi dalle mura storiche risponde: «Si andrà allo stadio in tram».

I cantieri partiranno entro il 2020, ma la durata dei lavori rischia di dilatarsi molto se il Bologna FC continuerà a giocare al Dall’Ara invece di spostarsi altrove per un paio di stagioni. «Questo è un tema che non abbiamo ancora affrontato e che decideremo assieme ai tifosi e ai partner industriali con cui dobbiamo costruire l’operazione», precisa l’ad dei rossoblù, Claudio Fenucci. Altro punto ancora non definito è proprio quello del (o dei) partner industriali che saliranno a bordo, dopo che è tramontata la soluzione che vedeva coinvolti il gruppo tedesco Ece e la bolognese Seci dei Maccaferri in cambio delle aree compensative ai Prati di Caprara, dove i due avrebbero costruito una cittadella della moda. Ipotesi che ha lasciato il campo alla partnership pubblico-privata tra Saputo e il sindaco Merola.

«Dobbiamo ora identificare i soggetti industriali che ci affiancheranno, con cui costituire la società veicolo che presenterà in Comune il progetto – scandisce i tempi Fenucci -. Lo stadio resterà al 100% di proprietà del Comune, il soggetto concessionario avrà il diritto di superficie e affitterà l’impianto a BFC. Che per far fronte ai maggiori costi di gestione ha già presentato alle banche un piano finanziario in cui si prevede un incremento dei ricavi futuri soprattutto attraverso l’hospitality e attività collaterali legate a una nuova dimensione non solo sportiva ma anche culturale». Confidando in un futuro più glorioso anche delle maglie rossoblù sul campo da gioco. ilsole24ore.com