Nemmeno Napolitano era mai giunto a tanto

di Biagio Cacciola

Nemmeno Napolitano era mai giunto a tanto. A un’interpretazione solo politica del ruolo di presidente della Repubblica. Mattarella si è spinto a tanto. Dicendolo oltretutto chiaramente, dando valutazioni politica di parte, sul ruolo dell’Europa, dello spread, dei mutui e tutto ciò che in questi giorni le agenzie di rating e le voci, preoccupate, dei padroni tedeschi, inglesi e francesi avevano latrato contro il governo del cambiamento del prof. Giuseppe Conte. La materia del contendere è stata proprio la nomina di uno degli economisti più importanti del mondo, già ministro e insigne accademico, il prof. Paolo Savona. Perché Mattarella si è incaponito sul prof. Savona negando la firma, sostanzialmente dovuta secondo l’art. 92 della costituzione, alla sua nomina a ministro? Addirittura ipotizzando la nomina di un leghista al ministero dell’economia.

Questo l’apparente comportamento di un capo di stato. Apparente, perché il prof. Savona è l’uomo che per le sue capacità e i suoi legami internazionali poteva mettere in crisi il trattato fondativo dell’Europa matrigna a trazione tedesca. Savona sa bene quali sono state le derive eurocratiche e di potere che hanno contribuito alla depressione, in particolare dell’Italia, dal punto di vista economico e sociale. E Savona è l’uomo giusto che tutti i circoli euroscettici, anche di un certo spessore come l’Aspen institute, possono appoggiare per un ribaltamento delle strutture di potere in Eurolandia. La Germania questo non se lo può permettere. Per questo complesso gioco di potere un presidente della repubblica, pallido come non mai, ha fermato per ora il governo del cambiamento. La Meloni ha già annunciato un’iniziativa di impeachment. La rivoluzione, per ora di velluto, italiana del 4 marzo, ha bisogno di qualche cadavere politico. Vedremo quale sarà.