Matematica a Veroli, il compito di Celestino Iannucci

Al Liceo Scientifico la seconda prova è di matematica. Tra le tracce proposte quest’anno c’è anche un problema riguardante il funzionamento di una macchina adoperata nella produzione industriale di mattonelle per pavimenti.

Giusto tramandare la tradizione; lo stesso compito di matematica, a Veroli, è legato indissolubilmente a Celestino Iannucci. Sì, lui, l’ultimo federale di Frosinone che ha supportato generazioni di maturandi; dall’esterno, tacitamente, sprovvisto di qualcuno che pubblicizzasse e onorasse la sua missione, il professore ha sostenuto intere classi in alto mare, innumerevoli giovani alle prese con un passaggio delicato della loro formazione. La soluzione all’esercizio di matematica infatti per alcuni significava sognare il massimo dei voti, per altri raggiungere una serena promozione. I liceali non avevano la certezza dell’intervento del buon Celestino ma speravano nel contributo del professore; troppo facile sarebbe stato, giusto che vivessero la vigilia dell’esame, che fossero in ansia per la complessità del compito e che restassero sulle spine fino a un paio d’ore dopo l’inizio della prova.

Poi quando veniva issata bandiera bianca, anche dagli stessi docenti in evidente difficoltà con la loro materia, lontano dai riflettori entrava in scena l’amico Celestino. L’opera di quest’ultimo era compiuta indistintamente, il professore infatti non conosceva i ragazzi destinatari della sua attenzione ma sapeva che quella mattina avrebbero avuto bisogno del suo apporto. Un angelo custode; tuttora, sebbene sia passato a miglior vita, gli viene attribuito questo ruolo. Difficile che i maturandi degli anni passati possano dimenticarlo come pure la gente che ha avuto il piacere di confrontarsi con lui. Iannucci conosceva la matematica, la sapeva insegnare, badava alla sostanza e meno alla forma. Non si perdeva in parole di una dolcezza insincera e i messaggi che lanciava in aula erano estremamente chiari. Oggi il professore non si sarebbe tirato indietro. Avrebbe assicurato ancora una volta il suo ausilio ai liceali di Veroli. Senza apparire e senza clamori.

Redazione Veroli