Impianto polivalente di Veroli da riqualificare. Se tornassimo all’antica palestra?

[one_third]Palestra[/one_third]Le condizioni in cui versa il polivalente hanno indotto più di qualcuno a sfogliare l’album dei ricordi e a soffermarsi sullo splendore della palestra fascista che ha rappresentato indiscutibilmente per decenni il luogo di aggregazione giovanile a Veroli.
All’inizio degli anni Novanta il polivalente sembrava fosse al passo con i tempi e che potesse proseguire il meticoloso lavoro di formazione che l’antica palestra aveva egregiamente garantito. Allora fu una scommessa e a distanza di più di venti anni possiamo affermare che la scommessa è stata persa. L’amministrazione dell’epoca manifestò la volontà di sostituire la palestra con un nuovo impianto che potesse soddisfare al meglio le esigenze delle nuove generazioni. Un impianto concepito non solo per praticare attività sportive ma anche culturali. Una palestra ingigantita, una sorta di anfiteatro, una terrazza in grado di ospitare migliaia di persone nel centro storico della città che però non ha suscitato emozioni ai verolani. Invidiato dai forestieri, snobbato e a volte disprezzato dalla gente del posto, il polivalente ha ottenuto successo al di sotto delle aspettative e non a caso i ricordi riaffiorano e raccontano delle diverse specialità praticate quando c’era la palestra fascista. Dalla pallacanestro alla pallavolo, dalla corsa al salto in lungo. Un centro sportivo rudimentale che ha formato mentalmente e fisicamente tanti giovani della città fino alle soglie degli anni Novanta. Erano altri tempi, prima l’Italia fascista poi la generazione “baby boom” infine quella delle culle vuote ma lo spirito di aggregazione che la palestra ha saputo assicurare nel corso del tempo andrebbe senza dubbio recuperato. Così è nata l’idea di ripristinare tutto come era. In altri comuni della Penisola progetti simili sono stati già realizzati. Opere di modernizzazione non riuscite hanno indotto infatti le amministrazioni a tornare agli antichi splendori con i dovuti livelli di sicurezza e di ecosostenibilità. Edifici pubblici, centri sportivi e luoghi di ritrovo sono tornati come erano cinquanta o cento anni prima. Non è corretto incolpare l’attuale amministrazione, le passate, i sindaci o gli assessori che si sono alternati nel tempo. Sarebbe troppo facile. Semplicemente bisogna affermare che i cittadini non hanno riscontrato nel polivalente il fascino e le opportunità dell’antica palestra. C’è poco da fare se non studiare un piano di riqualificazione dell’area e realizzare un’opera che si avvicini molto alla palestra fascista così da dimenticare la grigia esperienza del polivalente.