Hammamet, Bettino Craxi ultimo vero leader

di Biagio Cacciola

A distanza di venti anni dalla scomparsa il caso Craxi e, con esso, quello dell’assenza di un grande partito socialista in Italia, si è riaperto col film di Gianni Amelio, Hammamet. Film molto bello con un protagonista da oscar come Favino, ma che lavora molto sulla condizione esistenziale di Craxi, lasciando sullo sfondo il personaggio politico. Come se la solitudine dell’esilio, con la condanna per finanziamento occulto al partito, diventasse il luogo del ricordo e del tormento per un tempo passato ormai definitivamente. Ci può stare dal punto di vista personale.

Gli errori di Bettino furono gli errori di chi non si era accorto che, con la caduta del muro, gli americani potevano finalmente togliersi qualche sassolino nella scarpa contro chi non gli era stato mai simpatico, almeno dai tempi di Sigonella. Certo l’Italia di Craxi era ancora la quinta potenza industriale dell’Occidente, lo Stato occupava nell’economia un posto strategico. Ma tutto questo poteva, e doveva, essere disarticolato soprattutto in funzione del trattato di Maastricht che non poteva portare al tavolo delle trattative per la Unione europea leader troppo ingombranti come il capo socialista. Meglio uomini delle banche, di sinistra o di destra non faceva differenza, ma un personaggio come Craxi certamente no.

Lo dipingevano con gli stivali perché ne temevano l’orgoglio, l’indipendenza, la forza. Andava abbattuto e le occasioni non mancavano. I casi di tangenti stavano lì a portata di mano pronti per essere utilizzati soprattutto contro il partito socialista. Non solo Craxi, ma tutto quel partito, non doveva esistere più. Eppure in tutta Europa quel partito è continuato a esistere finora contribuendo alla tenuta politica di paesi come la Germania, la Francia, la Spagna, per non parlare dei paesi nordici e dell’est.

E’ qui in Italia che senza quel partito abbiamo avuto il sottovuoto spinto. Con tentativi farseschi d’inventarsi leader sia a destra che a sinistra. Con la conseguenza di assenza reale di leadership, fatta eccezione proprio da uomo della prima repubblica come il presidente Mattarella. Il problema vero è dunque può l’Italia attuale permettersi l’assenza di un grande partito socialista? Il caso Craxi, tuttora aperto, visto anche il grande pubblico che sta affluendo alle proiezioni del film, ci dice di no.