Frosinone, quando Battisti evase dal carcere ciociaro

Il 10 marzo 1978 il terrorista comunista Battisti viene colpito dall’ordine di cattura perché ritenuto responsabile di rapina a mano armata: da lì si rende latitante. Il 26 giugno 1979 viene arrestato dalla polizia di Milano, perché sorpreso nell’appartamento-covo di Prima Linea di via Castelfidardo. Evade dal carcere di Frosinone il 21 luglio 1980. Viene colpito da numerosi mandati di cattura. E nel 1988, la Corte d’Assise di Milano lo condanna alla pena dell’ergastolo con l’isolamento diurno per la durata di mesi 6, per gli omicidi di Antonio Santoro, Lino Sabbadin, Pierluigi Torregiani ed Andrea Campagna. Sentenza integralmente confermata in appello nel 1990.

Latitanza prima in Francia, laddove contro ogni richiesta di estradizione usa lo scudo della cosiddetta «dottrina Mitterrand», poi in Messico, poi di nuovo in Francia dal 1990, nel 2004 era in Brasile. Qui è stato arrestato nel 2007, ma nel 2009 ha ricevuto asilo politico e il 31 dicembre del 2010 l’allora presidente Lula, nell’ultimo giorno di mandato, ha bloccato l’estradizione. L’ultimo arresto risale all’ottobre del 2017 alla frontiera con la Bolivia, con l’accusa di violazione delle norme sulle valute straniere e riciclaggio di denaro. Ieri sera l’arresto a Santa Cruz de la Sierra che forse conclude definitivamente la latitanza di Battisti.

Redazione Frosinone