Donne in arte a Veroli, Silvia Sbardella al Chiostro

[one_third][/one_third] Due donne, una sola protagonista: l’arte. Dal 23 giugno al 15 luglio la città ernica ospita nella splendida cornice del Chiostro di Sant’Agostino una mostra tutta al femminile. Evento patrocinato dal Consiglio regionale del Lazio, dalla Provincia di Frosinone, dalla Fondazione Mastroianni, dal Comune di Veroli, dalla Pro loco. Area C quotidiano media partner.
‘3D Donne in Arte’, D come Donne, Dimensioni e Desideri. Quelli di due artiste diverse ma vicine: Silvia Sbardella artista ciociara, scultrice, fotografa e video performer, Sabrina Faustini in arte Sabrì, vive e lavora in Ciociaria, pittrice materica genere informale. La presentazione della mostra verrà curata da Vincenzo Ruggiero Perrino.

Silvia Sbardella, un’artista fuori dagli schemi. ha iniziato la sua carriera che aveva ancora 18 anni. Oggi che ne ha 52 di strada ne ha fatta. Vincitrice del premio Frosinone-Anagni 2018, in occasione della biennale. Da burattinaia a fotografa, grafica, decoratrice e pittrice. Si è formata all’Accademia delle Belle Arti di Frosinone, dove si è laureata in scultura all’età di 24 anni. E’ in grado di manipolare materiali vari: dall’argilla al legno, al marmo, al cemento soffiato, alla stoffa al ferro e all’alluminio. Il suo maestro è stato Nicola Carrino, a cui è grata per averle insegnato un metodo. La sua passione più grande è però per il ferro e l’alluminio che plasma ispirandosi ai movimenti della natura, anche in sculture antropomorfe. Caratteristica la sua esposizione ‘On the road’ di fil di ferro e cannucce colorate con i quali ha decorato un’intera via di Frosinone. Interessante la collaborazione con musicisti tra cui Agostino Di Giorgio, che hanno suonato le sue sculture flessibili capaci di diventare veri strumenti musicali. Oltre all’uso dell’alluminio, Silvia ama i giochi di luci che l’hanno portata a realizzare delle performance artistiche con proiezioni di diapositive su palazzi romani. L’artista insegna discipline plastiche e scultoree nei licei artistici per condividere la sua filosofia artistica con altri. La sua è un’arte innovativa, fuori dagli schemi. Il fil di ferro lo usa come una metafora del discorso verbale con il quale scrivere le sue storie, accompagnando le opere a vari ‘ragionamenti’, gomitoli di filo che rappresentano appunto dei pensieri sparsi. Il tema della natura e del rispetto della natura sono per lei centrali come caro è il tema della danza che spesso rappresenta nelle sue sculture antropomorfe.

L’inaugurazione della mostra 3D Donne in arte si terrà il prossimo 23 giugno alle 18. La cittadinanza è invitata a partecipare.

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