“Dante era di Milano, D’Annunzio un estetista”, strafalcioni 2018

Non c’è esame di Stato che si rispetti senza la sua buona dose di ‘orrori’ o ‘strafalcioni’. Così, anche la Maturità 2018, non fa eccezione e ci consegna un bel campionario di clamorosi errori. Tanti i maturandi che sono scivolati sulle varie materie. Italiano, storia, geografia, letteratura: nessun settore è stato risparmiato. A inchiodare i ragazzi alle proprie responsabilità direttamente i loro colleghi, testimoni involontari di questo piccolo scempio. Ed è proprio grazie alle loro ‘soffiate’, raccolte con una survey online, che Skuola.net ha potuto costruire la sua tradizionale enciclopedia degli orrori da maturità.

Se c’è una cosa certa è che in questi esami è in atto il massacro della letteratura italiana. Basta vedere con quale disinvoltura i maturandi sbaglino ad associare gli autori alle opere o alle correnti letterarie o ne confondano il pensiero. Secondo alcuni studenti, infatti, ‘I Malavoglia’ sono stati scritti da D’Annunzio e non da Verga, la poetica del fanciullino non sarebbe di Pascoli ma dello stesso vate abruzzese, Leopardi era un Illuminista. Anche se il top si raggiunge quando il famoso ‘ideale dell’ostrica’ di Verga diventa ‘la storia della cozza’. E che dire di “Dante è nato a Milano”. Immancabile, infine, il classico dei classici: “D’Annunzio era un estetista”. Neanche la letteratura straniera, però, è esente: sembra assurdo ma qualcuno ha sostenuto che ‘Gente di Dublino’ è ambientato a Londra (tra l’altro c’è chi dice non l’abbia scritto Joyce, bensì Orwell).

Gli studenti, quasi sempre, non riescono a completare il programma di storia del Novecento. E si vede. Pillole di revisionismo affollano le aule dove si stanno tenendo gli esami. Come quella che immagina i partigiani combattere al fianco di Mussolini. O quella che colloca le Brigate rosse durante il ventennio fascista. Sempre rimanendo in tema, nel bel mezzo di un colloquio orale si è sentito dire che la legge Acerbo (varata dal fascismo nel 1923 per rafforzare il partito in Parlamento) “è la riforma elettorale che ha dato alle donne il diritto di voto” (che però risale al 1945, in vista delle elezioni dell’anno successivo). Un peccato però veniale se confrontato con la tesi che parla dello sterminio della razza ariana ad opera di Hitler (ma non erano gli ebrei?) e con quella che indica il ’45 come anno d’inizio della Seconda Guerra Mondiale.

Non va tanto meglio con la storia antica: Nerone, infatti, non avrebbe subìto la congiura dei Pisoni ma dei ‘pistoni’ (probabile che l’autore del lapsus sia un appassionato di motori). Anche se ci concentriamo sulla stretta attualità, però, l’errore imperdonabile è in agguato: sarebbe bastato guardare almeno una volta il telegiornale negli ultimi sei mesi per sapere che Kim Jong-un non è un dittatore giapponese (bensì, nordcoreano). Ma il vero genio appartiene a due ragazzi in particolare. Uno, durante la terza prova, ha chiesto ai vicini di banco: “Chi ha scritto il diario di Anna Frank?” (che avesse un ghostwriter rimasto nell’ombra fino a oggi?). L’altro, però, lo ha superato: ha inserito nella tesina la Prima Guerra Mondiale, con risultati pessimi. Scena muta alla seguente domanda: “Quali sono le cause della Prima Guerra Mondiale?”.

La geografia è da sempre un tallone d’Achille per tantissimi studenti. La maturità 2018 non fa che ribadirlo. È una raffica di spostamenti e depistaggi. L’India? “Si trova in Africa” (sarebbe una sorta di continente nel continente). Il Giappone? “Confina con la Polonia”; per questo – rincara la dose il malcapitato – l’avrebbe invasa all’inizio del secondo conflitto mondiale (???). Torino? “È il capoluogo della Toscana”. L’Umbria? “È una città vicina ad Assisi” (sì ma, a questo punto, è lecito chiedersi: “in che regione si trova?”). E allora come condannare chi al quesito “Quante sono le regioni italiane?” risponde candidamente: “Boh!”.

Ma il catalogo degli ‘orrori’, come detto, non conosce limiti di spazio e tempo. Coinvolge ogni angolo dello scibile umano. Ciò vale anche per una materia sempre presente alla maturità: la Storia dell’arte. Che l’impressionismo sia “un’avanguardia storica” sembra quasi verosimile (ma è comunque sbagliato) se paragonato al fatto che, come sostiene qualcuno, “La Gioconda è stata dipinta da Giotto” (e non da Leonardo Da Vinci). Mani nei capelli anche con la grammatica italiana. Eccone un esempio: il professore domanda “Come si chiama la pratica con cui ci si autoinfliggono delle ferite?”. La risposta? Semplice: “Autoerotismo”. Ma il capolavoro lo abbiamo riservato per il finale. Seconda prova al liceo classico: versione di greco. Un maturando si presenta con il vocabolario di latino. Fine della scena: applausi. skuola.net