Compie una ragazzata, studente assassinato

Otto Warmbier è morto. Lo studente universitario statunitense, condannato a quindici anni di lavori forzati dal regime totalitario nordcoreano e rilasciato in stato comatoso pochi giorni fa dal governo di Pyongyang, era stato imprigionato per aver portato via dall’albergo, al termine del suo viaggio-vacanza, uno striscione della grottesca propaganda nordcoreana. Una ragazzata insomma. Eppure in Corea del Nord queste ragazzate vengono punite con i lavori forzati. Tuttora non è emerso cosa sia accaduto nei mesi di reclusione e forse resterà segretato nei cassetti di Kim Jong-un. “Non c’è nulla di più tragico per un genitore che perdere un figlio nel fiore degli anni – ha affermato Donald Trump – I nostri pensieri e le nostre preghiere vanno alla famiglia e agli amici di Otto e a tutti coloro che lo amavano. La tragedia rende più intensa la determinazione della mia amministrazione per prevenire queste tragedie che accadono a persone innocenti da parte di regimi che non rispettano le leggi e la decenza umana più basilare. Ancora una volta gli Stati Uniti condannano la brutalità del regime Nordcoreano e piangono la sua ultima vittima”. I familiari del ragazzo parlano di terribili torture, di maltrattamenti e puntano il dito contro Barack Obama che a loro dire “ha fatto troppo poco per riportare già nei mesi scorsi il ragazzo a casa”.