Chiude La Provincia Quotidiano, solidarietà ai colleghi

E siamo a tre. La Provincia Quotidiano di Frosinone arriva al terzo sciogliete le righe in pochi anni.

Il segnale evidente di un malessere diffuso di un territorio colpito duramente dalla crisi economica, di una scarsa coesione sociale ma anche di altri piccoli o grandi cortocircuiti di cui è talora palcoscenico l’editoria nazionale e locale. In sostanza l’ultima avventura della Provincia, durata poco meno di due anni, con fine corsa prevista alla fine del mese, nasce per il combinato disposto di una società editoriale, Editrice Italiana srl, con quattro soci, e dal capitale iniziale di duemila euro, che si accolla il rischio d’impresa, e l’affitto della testata La Provincia da chi ne deteneva de facto il controllo anche nella precedente società, cioè Alessandro Casinelli, imprenditore della sanità privata, presidente della Federlazio di Frosinone.

A differenza della penultima versione de La Provincia, il giornale in edicola non attinge al contributo pubblico ma il conto economico è in rosso con costanti perdite nell’ordine di centinaia di migliaia di euro. Da qui la procedura di licenziamento collettivo per 18 colleghi (15 giornalisti).

La differenza tra capitale di partenza e perdite di arrivo dimostra una “certa criticità” nella gestione del conto economico.

Ma poi c’è anche la questione della testata perché il quotidiano La Provincia è brand sì immateriale ma di concretissimo valore e immediato segno di riconoscibilità di chi lavora per quel giornale e di chi acquista il giornale.

Oggi abbiamo avuto notizia dell’arresto di Casinelli, accusato di associazione a delinquere finalizzata alle false comunicazioni sociali, truffa aggravata e appropriazione indebita. L’inchiesta riguarda la clinica Villa Aurora di Reggio Calabria finita nei giorni scorsi in concordato preventivo.

È uno spaccato di quello che a volte editori impuri determinano nella nostra categoria. E la disinvoltura nell’uso di strumenti societari richiama da vicino le vicende che Stampa Romana e il comitato di redazione dovranno affrontare nei prossimi giorni.

C’è da regolare infatti l’accesso agli ammortizzatori sociali, strumenti i cui costi sono a carico dell’intera categoria e dell’Inpgi, ma usati a volte spregiudicatamente come approdo di gestioni che puntano nella sostanza direttamente alla leva dell’ammortizzatore più che al rischio di impresa.

La nostra solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici della Provincia. stamparomana.it